Lo scorso 25 settembre il Presidente del Consiglio Nazionale Massimo Miani ha scritto una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze con riferimento al nuovo obbligo di trasmissione telematica dei dati di tutte le fatture, emesse e ricevute (c.d. “spesometro”).

Illustrissimo Signor Ministro,
la presente per rappresentare l’estrema gravità della situazione venutasi a creare in questi giorni con riferimento al nuovo obbligo di trasmissione telematica dei dati di tutte le fatture, emesse e ricevute (c.d. “spesometro”).
Sin dalla sua approvazione – avvenuta nel novembre scorso –, abbiamo sottolineato, a più riprese, l’estrema complessità e gravosità del nuovo adempimento in termini di costi e di tempi necessari, nonché la sua singolarità nel panorama normativo dei Paesi ad economia avanzata e la sua non conformità alle raccomandazioni allo Stato italiano degli Organismi internazionali (FMI e OCSE).
Le principali problematiche da noi già allora intraviste riguardavano l’estrema analiticità dell’adempimento (oltre alla partita IVA o al codice fiscale del proprio cliente o fornitore, viene infatti richiesto il suo indirizzo anagrafico, fino ad arrivare al codice di avviamento postale) e l’utilizzo di canali di trasmissione telematica non tradizionali (SDI, anziché il più collaudato servizio “Entratel”) che ha comportato, altresì, la necessità di sostenere rilevanti costi aggiuntivi di aggiornamento dei software in uso presso gli studi professionali.

Avevamo anche paventato che l’enorme mole di dati richiesta (circa venti miliardi all’anno) avrebbe comportato elevati rischi di blocco dei servizi di trasmissione e di gestione delle ricevute.
Ci troviamo ora, a tre giorni di distanza dalla scadenza (insufficientemente prorogata per già tre volte), con tutte le citate problematiche ancora non risolte: il servizio web di trasmissione telematica dell’Agenzia delle Entrate è sospeso da venerdì sera ed ancora oggi (lunedì) non è stato riattivato; le ricevute di accettazione o scarto dei file trasmessi, che dovrebbero essere disponibili in pochi minuti, sono recapitate mediamente dal sistema soltanto dopo tre o quattro giorni dall’invio dei file.
A ciò si aggiunga la grave violazione della privacy dei contribuenti che è emersa negli ultimi giorni, essendo stato riscontrato che il sistema telematico non garantisce la riservatezza dei dati inviati.
Una situazione dunque inaccettabile, non degna di un Paese civile come il nostro, per la quale è doveroso porre immediato rimedio, quale minimo segno di rispetto nei confronti dei contribuenti e dei professionisti obbligati.
I commercialisti, in particolare, da tempo hanno dimostrato di essere al fianco del sistema Paese, ma non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni di estremo disagio, di perdurante incertezza e di costante affanno, senza che la Pubblica Amministrazione abbia fatto la propria parte mettendo a disposizione gli strumenti necessari per la regolare e diligente esecuzione degli adempimenti richiesti.
Per tutti questi motivi, nei giorni scorsi oltre a ribadire la necessità di un provvedimento immediato che disponesse un congruo differimento della scadenza (quanto meno al 15 ottobre), abbiamo chiesto di considerare questo primo invio di natura sperimentale, nonché la disapplicazione delle sanzioni per le violazioni eventualmente commesse, con possibilità di correzione degli errori anche oltre il termine di scadenza, come peraltro preannunciato dallo stesso viceministro, Luigi Casero, che, nel riconoscere le difficoltà di applicazione del nuovo strumento, ha dichiarato alla stampa che «gli errori non dolosi saranno perdonati e stiamo intervenendo per contenere i casi di rifiuto»”.

Qualora un provvedimento ufficiale in tal senso non venisse urgentemente adottato, ci vedremo quindi costretti, nostro malgrado, a non rispondere, come professionisti, delle sanzioni che eventualmente verranno irrogate ai nostri clienti per i ritardi e le omissioni negli invii delle comunicazioni, non potendo certo essere noi a rispondere delle inefficienze di un sistema, ad oggi, inadeguato.
Il Consiglio Nazionale, unitamente agli Ordini territoriali, valuterà inoltre di intraprendere eventuali azioni per manifestare più concretamente il disagio e la disapprovazione dei Commercialisti e dei loro clienti.
Occorre un segnale forte da parte dell’Istituzione che la S.V. rappresenta affinché siano ripristinate le condizioni minime di rispetto dei contribuenti e dei professionisti, in conformità ai principi dello Statuto dei diritti del Contribuente.
Fiduciosi in una rapida soluzione delle criticità sopra rappresentate nel senso da noi auspicato, porgo i miei migliori saluti.
Massimo Miani