PADOVA
Comunicazione n. 03/2024
Padova, 20 febbraio 2024
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Verifica periodica sussistenza requisiti di legge anno 2024 - Scadenza compilazione
Ricordiamo che il 29 febbraio p.v. scade il termine per la compilazione del modello telematico relativo alla verifica periodica della sussistenza dei requisiti di legge e di eventuali cause di incompatibilità in capo agli iscritti. Per informazioni sulla compilazione cliccare qui.

Elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita ai sensi dell’art. 179 ter disp. att. c.p.c.
Il Tribunale di Padova ha trasmesso l’elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita ai sensi dell’art. 179 ter disp. att. c.p.c., aggiornato alla riunione del 22/01 u.s. Scarica qui l'elenco

Portale Albo CTU - elenco nazionale
I professionisti già iscritti all'albo dei CTU o all'albo dei periti del Tribunale di Padova alla data del 04/01/2024 dovranno ripresentare domanda di iscrizione entro il termine perentorio del 04/03/2024, pena la decadenza dell'iscrizione dall'albo.
Per saperne di più rinviamo alla comunicazione del Tribunale di Padova visualizzabile qui

Obbligo di pec attiva
Ricordiamo agli iscritti di controllare periodicamente il funzionamento della propria pec. In mancanza della comunicazione di un domicilio digitale attivo, l'Ordine sarà costretto a diffidare l’iscritto e, in caso di inadempienza, trascorsi 30 giorni, sarà costretto a sospendere l'iscritto fino a quando non avrà provveduto.
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Informativa 9/2024. Protocollo di intesa CNDCEC – Alleanza delle Cooperative
Informativa 10/2024. Documento “Le imprese del comparto calzaturiero. Trend di mercato e spunti di riflessione per un modello di analisi della gestione aziendale”
Informativa 12/2024. Adempimenti connessi alla trasmissione dei dati ai fini della dichiarazione precompilata
Informativa 13/2024. Programma di formazione dei revisori legali 2024

**Comitato Pari Opportunità dell'ODCEC di Padova**

Parità retributiva di genere – Direttiva UE 2023/970
Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che con la Direttiva (UE) 2023/970 il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea hanno stabilito l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore, anche attraverso la trasparenza retributiva. Gli stati membri sono chiamati a conformare la legislazione domestica entro il 7 giugno 2026. L’Italia dovrà integrare il decreto Trasparenza con nuovi e analitici obblighi di comunicazione riguardo al divario retributivo, raccordandoli con gli obblighi di trasmissione del Rapporto biennale sulla situazione del personale, previsto dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, e introdurre la valutazione congiunta delle retribuzioni. La parità della retribuzione si fonda su due cardini: la nozione di RETRIBUZIONE, che comprende sia lo stipendio normale di base o minimo, ma anche tutti gli altri vantaggi pagati direttamente o indirettamente, in contanti o in natura, dal datore di lavoro al lavoratore (componenti complementari o variabili); la COMPARAZIONE del VALORE dei LAVORI, definita sulla base di criteri oggettivi e neutri, sotto il profilo del genere (le competenze, l’impegno, la responsabilità, le condizioni di lavoro “nonché qualsiasi altro fattore pertinente al lavoro o alla posizione specifici”). Quest’ultimo aspetto è di particolare complessità nella valutazione dell’equità delle politiche retributive, soprattutto nella comparazione del valore tra diverse mansioni: il ricorso al livello d’inquadramento attribuito al lavoratore e alla lavoratrice offre un primo utile elemento per orientare la verifica, ma la valutazione non può prescindere da elementi concreti e attuali, sia di natura qualitativa che quantitativa.
Nel nostro ordinamento, in applicazione dell’art. 46-bis del Codice delle pari opportunità, il D.M. 29 aprile 2022 ha individuato nella prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 i parametri minimi per il conseguimento della Certificazione della Parità di genere, cruciale anche sul piano della competitività dell’impresa, tra i quali l’area denominata “Equità remunerativa per genere”.
Un ingiustificato divario retributivo di genere determinerebbe già oggi la perdita della Certificazione e dei vantaggi connessi, oltre ad essere in violazione del divieto di discriminazione retributiva, punibile con ammenda da euro 250 a euro 1.500, ex art. 41, co. 2 del Codice delle pari opportunità.
La Direttiva UE impone agli stati membri un adeguato apparato sanzionatorio, proporzionato e dissuasivo, che colpisca i datori di lavoro che perpetrano trattamenti discriminatori o che pongano in essere comportamenti ritorsivi nei confronti di lavoratori e lavoratrici che rivendichino la parità di trattamento retributiva; oltre a misure restitutorie e riparatorie da applicare nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che abbiano subito un trattamento discriminatorio, capaci di risarcire il danno patrimoniale e non patrimoniale subito, compreso quello da perdita di chance, senza che possa essere fissato un massimale.

Report biennale sulla situazione del personale maschile e femminile in Veneto
Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che è stato presentato il RAPPORTO BIENNALE SULLA SITUAZIONE DEL PERSONALE MASCHILE E FEMMINILE, previsto dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (art. 46 D.Lgs. 198/2006, così come modificato dalla L.162/2021), per le aziende con più di 50 dipendenti (su base volontaria per le altre), predisposto dalla Consigliera Regionale di Parità della Regione Veneto, Dott.ssa Francesca Torelli.
Il Rapporto analizza lo stato delle assunzioni, promozioni professionali, passaggi di livello, categoria e qualifica, mobilità retribuzioni, licenziamenti, pensionamenti e prepensionamenti. La differenza retributiva rimane elevata e con percentuali progressivamente più elevate per posizioni apicali: fenomeno strettamente legato alle differenze contrattuali di genere, che porta percentuali maggiori di uomini alla promozione rispetto alle donne (mobilità interna). Dal lato assunzioni, si è assistito ad un riequilibrio di genere, ma con uno sbilanciamento dei contratti a tempo parziale e determinato. Le dimissioni per giusta causa sono presentate solo da un terzo dai lavoratori, mentre la maggior parte è da parte delle lavoratrici. Emblematico il caso delle convalide per giusta causa, quelle che consentono di accedere alla Naspi e che possono verificarsi quando la controparte ha compiuto atti e azioni tali da compromettere irrimediabilmente il legame di fiducia tra le parti (il mancato versamento dello stipendio, atti di violenza e molestia morale o sessuale), dove la percentuale delle donne sale all’87%, in particolare donne con figli.

Registro regionale delle imprese virtuose
Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che la Regione Veneto, in attuazione della LR 3/2022 - Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità, che prevede specifiche misure per contrastare i differenziali retributivi di genere, introducendo una serie di interventi volti a favorire la presenza femminile nel mondo del lavoro, promuovendo una cultura antidiscriminatoria, e a facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ha regolamentato il REGISTRO REGIONALE DELLE IMPRESE VIRTUOSE.
Possono iscriversi al Registro le imprese pubbliche e private con sede legale e operanti sul territorio regionale, tenute ad adempiere a quanto previsto dal «Codice delle pari opportunità tra uomo e donna» ed in regola con l'obbligo imposto (su base volontaria per le altre); nonché i professionisti ed i lavoratori autonomi iscritti agli ordini professionali e quelli aderenti alle associazioni professionali. Le imprese e i professionisti devono dimostrare di rispettare gli obblighi relativi al pagamento delle imposte, delle tasse e dei contributi previdenziali e assistenziali; rispettare la normativa in materia di diritto al lavoro dei disabili e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; applicare integralmente gli accordi e contratti collettivi sottoscritti; nonché la normativa vigente sull'attuazione del principio di parità di genere. In attesa dell’operatività della piattaforma telematica, la domanda potrà essere compilata online attraverso l’applicativo disponibile sul sito www.cliclavoroveneto.it.

Unesco - Rapporto “Empowering women for the good of society: gender-based resilience”
Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che è stato pubblicato il Report “Empowering women for the good of society: gender-based resilience”, anticipato a San Paolo del Brasile in occasione del Global Forum against racism and discrimination dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. L’obiettivo è fornire un quadro di riferimento per misurare la resilienza di genere attraverso l’analisi di indicatori legati alla tutela dei diritti umani e alla partecipazione femminile nell’educazione, nella scienza, nel lavoro e nella politica. La resilienza è definita come la capacità di un individuo o di una società di “resistere o riprendersi velocemente da una crisi”.
La conclusione a cui giunge il Report è che tale capacità non può essere raggiunta senza garantire la parità di genere, perché i divari e le discriminazioni indeboliscono un Paese, riducendo le possibilità di adattarsi ai cambiamenti. Il Report dedica particolare attenzione alla scarsa presenza delle donne nei settori come la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale (R&S dei dati e IA, cloud computing; ma anche autrici di articoli peer-reviewed su AI), che stanno modificando la nostra vita quotidiana.
Il Report evidenzia come questi divari abbiano origine negli stereotipi di genere: le donne sarebbero “naturalmente adatte” agli ambiti umanistici, mentre gli uomini sarebbero più portati per lavori tecnici e scientifici. Stereotipi che hanno un impatto sulle scelte del percorso di studio, riducendo la fiducia delle ragazze nelle proprie capacità e portando le famiglie a investire meno nell’educazione delle figlie. Anche l’occupazione femminile risente degli stereotipi di genere; tanto più quanto il carico per la conciliazione delle attività domestiche e di cura ricada sulle donne, che le porta a scegliere impieghi part-time, flessibili e con salari minori. Tali disuguaglianze in ambito lavorativo si traducono in un divario nelle pensioni percepite (gender pension gap), rendendo le donne anziane più vulnerabili e maggiormente esposte al rischio povertà.

Rapporto sulle libere professioni in Italia
Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che l’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni ha pubblicato il VIII RAPPORTO SULLE LIBERE PROFESSIONI IN ITALIA – ANNO 2023.
Il Rapporto evidenzia come, pur con alcune criticità, il settore professionale è uno dei motori dell’economia italiana, con il 70% degli occupati che operano nei servizi. Peraltro, è generalizzata la crisi delle professioni nei giovani: la maggior riduzione di popolazione giovanile in Europa unita alla scarsa percentuale di giovani che conseguono la laurea, sia di primo livello che magistrale, ha determinato negli ultimi anni una diminuzione di oltre il 10% di giovani laureati che scelgono la libera professione, soprattutto nelle attività giuridiche, gli architetti, gli agronomi e i veterinari. Ai minori ingressi, si unisce anche un numero crescente di liberi professionisti che abbandonano la professione.
Un segnale positivo è la maggiore strutturazione degli studi: aumentano i professionisti datori di lavoro (in maggioranza donne); così come le aggregazioni tra studi, soprattutto nelle forme societarie.
Il bilanciamento di genere è in costante aumento: l’incidenza delle donne nelle professioni di area legale arriva alla quasi parità; mentre nelle professioni tecniche il gap è notevole.
Per quanto attiene ai redditi, soprattutto le professioni tecniche hanno registrato un incremento, attribuibile al Superbonus edilizio; mentre le professioni più remunerative sono quelle degli attuari, seguito dai commercialisti. Rimane purtroppo rilevante la forbice reddituale tra i generi: per di più, gli introiti delle donne nella libera professione, già molto distanti da quelli dei colleghi, si sono ulteriormente divaricati (le commercialiste hanno un reddito inferiore del 46%).
Il Rapporto chiude con alcune considerazioni positive: le libere professioni saranno il motore complementare della produttività italiana anche all’estero. Le opportunità per trasformare la crisi in successo sono l’elevato grado di competenze delle professioni, la forte propensione al risultato, la robusta digitalizzazione, anche frutto della spinta della pubblica amministrazione, la “storica” attenzione alla persona-cliente e la spinta alla sostenibilità.

Altri avvisi e informazioni utili

Camera di Commercio di Padova
Deposito situazione patrimoniale dei consorzi con attività esterna e dei contratti di rete