Rischi nell’uso del maschile sovraesteso

Che Jannik Sinner sia un campione e’ indiscutibile: la vittoria a Wimbledon, il piu’ antico torneo di tennis, ne e’ l’ultima riprova. Pero’, Sinner e’ davvero «il primo italiano» a vincere a Wimbledon, come ha titolato il piu’ importante quotidiano sportivo italiano? Si’ da un punto di vista prettamente grammaticale, ossia è il primo uomo a vincere il singolare maschile, ma non è la prima vittoria italiana: 11 anni fa, nel 2014, Sara Errani e Roberta Vinci sono state iscritte nell’Albo d’oro del torneo per aver vinto nel doppio femminile.

L’uso del maschile sovraesteso, cioe’ attribuito sia agli uomini che alle donne, non puo’ che essere fonte di equivoci; pero’ e’ cosi’ diffuso in Italia che si continuano a chiamare al maschile donne che ricoprono ruoli e professioni di prestigio o si utilizza per loro l’articolo al maschile, invece che al femminile, per le professioni invariate nel genere. L’uso del maschile sovraesteso, a livello comunicativo, fa dimenticare o relegare a fondo pagina le donne che fanno la storia: cosi’, nel 2021 Marcell Jacobs non e’ stato il primo italiano sul podio olimpico nei 100 metri, ma lo è stata Giuseppina Leone nel 1960.

Modificato: 8 Agosto 2025