Rapporto sulle libere professioni in Italia

Il Comitato Pari Opportunità – CPO dell’ODCEC di Padova informa che l’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni ha pubblicato il VIII RAPPORTO SULLE LIBERE PROFESSIONI IN ITALIA – ANNO 2023.

Il Rapporto evidenzia come, pur con alcune criticità, il settore professionale è uno dei motori dell’economia italiana, con il 70% degli occupati che operano nei servizi. Peraltro, è generalizzata la crisi delle professioni nei giovani: la maggior riduzione di popolazione giovanile in Europa unita alla scarsa percentuale di giovani che conseguono la laurea, sia di primo livello che magistrale, ha determinato negli ultimi anni una diminuzione di oltre il 10% di giovani laureati che scelgono la libera professione, soprattutto nelle attività giuridiche, gli architetti, gli agronomi e i veterinari. Ai minori ingressi, si unisce anche un numero crescente di liberi professionisti che abbandonano la professione.

Un segnale positivo è la maggiore strutturazione degli studi: aumentano i professionisti datori di lavoro (in maggioranza donne); così come le aggregazioni tra studi, soprattutto nelle forme societarie.

Il bilanciamento di genere è in costante aumento: l’incidenza delle donne nelle professioni di area legale arriva alla quasi parità; mentre nelle professioni tecniche il gap è notevole.

Per quanto attiene ai redditi, soprattutto le professioni tecniche hanno registrato un incremento, attribuibile al Superbonus edilizio; mentre le professioni più remunerative sono quelle degli attuari, seguito dai commercialisti. Rimane purtroppo rilevante la forbice reddituale tra i generi: per di più, gli introiti delle donne nella libera professione, già molto distanti da quelli dei colleghi, si sono ulteriormente divaricati (le commercialiste hanno un reddito inferiore del 46%).

Il Rapporto chiude con alcune considerazioni positive: le libere professioni saranno il motore complementare della produttività italiana anche all’estero. Le opportunità per trasformare la crisi in successo sono l’elevato grado di competenze delle professioni, la forte propensione al risultato, la robusta digitalizzazione, anche frutto della spinta della pubblica amministrazione, la “storica” attenzione alla persona-cliente e la spinta alla sostenibilità.

Modificato: 19 Febbraio 2024